domenica 18 novembre 2012

il mondo lo cambio così

In questo momento della mia vita mi sforzo di pensare alle cose possibili, forse sto diventando grande o meglio sarebbe dire che il tempo rischia di scivolarmi fra le mani.
Allora quello che mi aiuta in momenti in cui la praticità dovrebbe prendere il sopravvento, sono i sogni, sono le storie che devo ancora raccontare, quelle che devo vivere con le persone che amo, la semplicità dei sogni fa sì che si avverino speranze e la vita non scivoli, ma saltelli allegramente. 


Poi ieri sera ho scoperto per caso Holstee su Vimeo.

Mike, Dave e Fabian nel 2009 lasciano i loro lavori decisi a trasformare stili di vita e passioni in qualcosa di duraturo e utile. 
Così nasce la loro 'impresa' che coniuga il design con la sostenibilità e il micro-credito "We have simplified our approach to ecology and design to three elements- People, Planet, Product- and we encourage people to consider these three elements when creating and consuming".

Holstee ha lanciato una linea di magliette realizzate con bottiglie di plastica riciclate, parte del ricavato delle vendite viene devoluto ad organizzazioni no-profit di micro-credito come Kiva.org. Qui lo shop. 

Questa è la loro 'politica aziendale': 

People

  • Who is making this product and how does the production impact their life?
  • Will this work to improve their own and their family’s quality of life?
  • Are they being fairly treated and compensated?

Planet

  • What raw materials are used and how are they sourced?
  • Is it designed for many uses? Is it designed to biodegrade?
  • How is it packaged and delivered? Does the packaging biodegrade?

Product

  • Is this product necessary?
  • Is there an existing solution that would allow me to avoid consuming it?
  • Is this a product I will be proud to pass to my children?
  • How can I reuse or recycle it once it has finished its purpose?
  • In its final state, how will it return to the earth?
E poi Holstee non ha redatto nessun piano aziendale ma solo un manifesto di idee, di emozioni, di prospettive, di condivisione, sono partiti da questo






C'è anche un video che racconta il manifesto e insieme a questo dice di uno stile di vita che va oltre le parole. E quale miglior simbolo della bicicletta per incoraggiare una vita migliore e condivisa? Qui https://vimeo.com/34414313 il video. Guardatelo e leggetelo. 

Ieri sera, dopo un pomeriggio di Critical Mass (a Palermo), con Giuseppe sul seggiolino alle mie spalle, mi sono addormentata con la convinzione rinata e mai messa da parte dentro di me, che è giusto mettere anima e cuore in quello che si fa. Avere fiducia negli altri, e con loro creare e fare cose belle in grado di cambiare piccoli pezzi di mondo e piccoli pezzi di vita. Lo voglio pensare possibile, voglio creare il mio lavoro, un lavoro che sia un metodo 
che vada al di là delle competenze, che sia un luogo di realizzazione personale e impegno civile, che diventi un modo per re-inventarmi e darmi spazio e regalare futuro ai 'due' (giuseppe e gianluca).

Condividete le vostre passioni 
e se volete raccontate la vostra storia qui 

venerdì 16 novembre 2012

scuole di palestina

Deve esistere un modo, una speranza e non è difficile associare alla parola speranza l'immagine dei bambini e delle bambine.
C'è la politica che non risolve, gli interessi economici, ci sono tutti gli errori della storia.
Ma c'è come sempre un senso profondo di resistenza.
Quella di chi ricomincia, di chi subisce violazioni quotidiane della propria libertà. 
(Un interessante rapporto di Amnesty qui)

La resistenza di un popolo è anche il valore che attribuisce al futuro, a chi il futuro adesso lo vede appena, a chi sa quanto questo presente serva per il futuro dei nostri figli. 
In zone di guerra e di devastazione lo si difende ogni giorno, costruendo e avvicinando, e poi ricostruendo e riavvicinando.

Sono storie di scuole che penso resistenti in questo momento in Palestinapronte a rimettere insieme pezzi di vita interrotta, ad andare oltre il conflitto.
Tra le tante (se conoscete altre realtà segnalatele):






a Gaza









Sono i bambini e le bambine che hanno paura, che piangono stretti a chi può ancora consolarli, che aspettano che finisca, che resistono, che difendono un libro, un posto dove imparare e giocare, dove ritorneranno e continueranno.

Sono tutti i bambini e le bambine nel mondo, ognuno per la vita che difende e crea.




Sono gli attivisti e le attiviste attualmente presenti nei territori bombardati, (ONG italiane che operano in Cisgiordania e a Gaza)



My Palestine - di Mousa Kraish https://vimeo.com/5021642


giovedì 27 settembre 2012

a risolvere tutto ci ha pensato gianluca

Io e Domenico stiamo crescendo insieme i due:
ognuno con le sue specificità
la sua storia
l'approccio al gioco
ora fisico ora manuale ora verbale o istintivo
insomma una vasta gamma di possibilità e di libertà.

In questi giorni ci interrogavamo sui cambiamenti dei bambini:
le nuove parole
gli interessi
le richieste
lo facevamo con parole difficili
con stati d'animo controversi e turbati.

Poi ieri sera prima di addormentarci abbiamo preso in mano P di papà, di
Isabel Minhós Martins e Bernardo Carvalho edito da Topipittori
(pubblicato in edizione originale portoghese da Planeta Tangerina)

E c'era questo papà che faceva tante cose e si trasformava
sollevava, girava, sorreggeva.

Giuseppe ascoltava, ma il sonno a volte aveva la meglio, Gianluca invece guardava le illustrazioni e lo voleva dire:
"ma questo è quello che faccio io con papà!"
si voleva dire questo, lo masticava in bocca
tra le sillabe arruffate di un bambino di 2 anni e mezzo.
E aveva gli occhi rossi, quelli con le lacrime pronte.
Però non so perché,
questo non lo so,
non so quali sensazioni lo abbiano colto, che cosa lo abbia emozionato veramente.
Mi piace pensare che si sia riconosciuto
che si sia ricordato di tutti i momenti felici
dei giochi fatti in casa, del mare e delle passeggiate...

Così, ieri sera, prima di addormentarci
io e Domenico
abbiamo alleggerito i pesi e le parole
abbiamo ripreso tra le braccia la nostra famiglia
grazie a Gianluca e ai suoi ricordi
grazie ad un libro.

Viva i libri senza parole,
viva le immagini dense di parole perché le mettiamo noi
e quando le parole ci sono ne aggiungiamo altre o diverse
per capire meglio.




lunedì 24 settembre 2012

CHIEDO ASILO

Giorno 6 settembre ha riaperto l'asilo dei due e la situazione denunciata in questo post, la lettera è stata consegnata il 26 giugno 2012 all'assessore barbara evola, non ha subito cambiamenti. L'assessore aveva preso parte alla festa di fine anno dell'asilo, avrà fatto lo stesso in altri asili della città di Palermo.

Era giugno, la nuova amministrazione si era appena insediata, gravi le situazioni ereditate, c'è da dire che in alcune scuole va anche peggio che da noi.

All'appuntamento più importante, quello di settembre, l'assessore e la nuova amministrazione arrivano con un peso ereditato: l'approccio politico alla scuola delirante, o meglio latitante.
Negli anni passati è mancato tutto, è mancata una politica educativa e sociale ma non può continuare ad essere una giustificazione, così come so che il tempo è stato poco e in questo poco tempo non sarebbe stato possibile rimediare a tutto.
Ma a settembre si sarebbero dovute riaprire le scuole in una situazione 'almeno' dignitosa, non parlo di sicurezza perché sarebbe troppo, ma almeno di decoro, di attenzione, di benvenuto.
I Bambini tornano negli asili, gli parliamo di questo posto qualche giorno prima, così per riprendere confidenza con un luogo che è nella loro memoria, la sera prima di addormentarci pensiamo al giorno trascorso e a quello che verrà, gli ricordiamo nomi, momenti della giornata che passeranno lì. E loro aspettano, sono piccoli e capiscono quello che due Bambini di due anni e mezzo percepiscono del tempo e dello spazio, della presenza e dell'assenza.
Oggi è il 24 settembre e il giardino è ancora più deturpato, giochi rotti, pavimentazione divelta, sporcizia, rami spezzati lasciati a terra ad ostruire il passaggio. La percezione dello spazio pubblico, ovvero lo spazio di tutti, non dovrebbe lasciarci questa sensazione di abbandono e degrado che solitamente fa fatica, nella maggioranza delle persone, a prevalere tra le altre.




Nella lettera consegnata all'assessore avevamo dimostrato tutta la volontà a collaborare, in qualità di genitori, architetti e professionisti da tempo impegnati sui temi della progettazione partecipata e della cittadinanza attiva. Lo avevamo espresso questo desiderio nella lettera.
Ecco ci siamo. Il nostro sapere è condiviso, viviamo in questa città, i nostri figli frequentano qui la scuola. Hanno appena cominciato e noi con loro e temo, per chi adesso dovrà continuare ad ascoltarci, che sarà un anno denso di parole, non buttate al vento. Parole in grado di volare alto perché animate da un senso profondo di rispetto per il bene pubblico e dell'educazione come primo valore da trasmettere nella vita, di rispetto per la scuola come luogo di apprendimento, come avamposto dal quale lanciare la nostra protesta e le nostre soluzioni ai problemi degli asili e delle scuole tutte.
Partecipazione sociale si chiama, ed è una bella parola e vale la pena recuperarla. Pronunciarla insieme ai Bambini e alle Bambine.

Esiste già un regolamento degli asili nido che riporta una serie di articoli relativi alla gestione comunitaria e partecipata. Da aggiornare però.
Quindi entro i 98 giorni che mancano all'avvio del nuovo sito del comune di Palermo, provateci, per favore.
Per correttezza gli articoli da modificare sarebbero ART. 8 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15.
I comitati di gestione non esistono più, la partecipazione dei genitori si riduce all'assemblea.
La presenza delle famiglie può arricchire l'esperienza affinché si dividano i compiti,
si alleggerisca il peso, si allarghino i punti di vista e si comprendano meglio le necessità di tutti e tutte.
Sediamoci insieme e riscriviamo regole ma anche proposte e progetti futuri.

Quello dell'asilo deve diventare uno spazio sociale e culturale, qui, come in tutte le scuole, si misura la qualità della vita e della crescita dei bambini e delle bambine.

Noi continueremo nel lavoro di informazione affinché si realizzi un'inclusione piena di pensieri differenti e modalità partecipative attive, a partire dai nidi e dalle scuole d’Infanzia. Dobbiamo stare attenti alle proposte e alle inefficienze, e restare comunque aperti alla collaborazione.

C'è un film di Marco Ferreri del 1979 con Roberto Benigni, si intitola Chiedo asilo.



sabato 1 settembre 2012

Settembre comincia con la pioggia e la pioggia ci bagna le mani

Settembre comincia con la pioggia e la pioggia ci bagna le mani
Ci lava
Ci dice che il tempo è cambiato

Con tante ciotole colorate la raccogliamo per darla alle piante

Comincia con la pioggia questa giornata e comincia presto:
per domenico (papà) che va a scuola, un'altra, l'ennesima,
per me e i due che a ruota ci alziamo, mangiamo pane e marmellata, beviamo latte

Comincia con le cose da finire e con quelle da iniziare per la prima volta e di nuovo,
comincia con tutta la forza che ci vuole, perché lo sappiamo che l'inverno ci riporterà piano piano alla giusta temperatura, creando il giusto equilibrio dopo il calore accumulato sotto il sole.

A casa corriamo ancora come se dovessimo tuffarci al mare
Una giornata grigia che ci piace perché così la coloriamo noi






A settembre passa la stanchezza o almeno sembra che passi
A settembre mi proietto-avanti, con il sorriso come unica guida per la gestione del menage familiare anche nei giorni in cui si fa tanta fatica.
A settembre si rimette la spina, si sistema una casa lasciata per troppo tempo vuota e
che, un pò, è bello ritrovare.

A settembre si rimettono a posto le idee e lo si fa meglio quando la giornata comincia con i suoni improvvisati del duo:


Si rimettono a posto i progetti digitando sui tasti e continuando a riempire quaderni,
si riprendono le buone conversazioni e le riunioni di lavoro nei posti più disparati.
Si ricomincia, non c'è niente da fare.
Anche il tempo ci dice che è ora di cambiare.
Da settembre poi in cucina si cambia menù, si cambiano piano piano i colori e i sapori.
E ancora, da settembre continueremo a dirci cosa vogliamo, ce lo ripetiamo sempre con domenico, forse perché dobbiamo fissarlo bene nella memoria così come lo è già nella volontà.
Alla nostra vita allora e a quella dei due. A tutte le nostre idee sperate con forza.
Ai due soprattutto, nuovi e pronti anche loro a settembre.








sabato 18 agosto 2012

elsa morante


Non so chi abbia oggi la meglio tra infelici e felici.
So che resistiamo Elsa.
Che resiste questo mondo tutto da salvare.
Che ce la mettiamo tutta perché nessuno venga dimenticato o lasciato indietro.
Che i bambini guidano questa resistenza allegra e che io li seguo, tutti e dappertutto. 

Elsa Morante è nata il 18 agosto 1912, oggi avrebbe compiuto 100 anni. 



La canzone degli F.P. e degli I. M.

Sappiàtelo, o padri meschini I. M. (ndr Infelici Molti) d’ogni paese:
se ancora il corpo offeso dei viventi resiste
in questo vostro mondo di sangue e di denti
è perché passano sempre quelle poche voci illese
con le loro allegre notizie.
Contro le vostre milizie sevizie immondizie
imprese spese carriere polveriere bandiere
istanze finanze glorie vittorie sciarpe littorie & sedie gestatorie
contro la vostra sana idelogia la vostra brava polizia
ghepeù ghestapò fbi min-cul-pop ovra rapp & compagnia
e tutta la vostra mortuaria litania
ci vale solo quell’unica eterna scaramenzia:
l’allegria degli F.P. ( ndr Felici Pochi )
Come vanni i Vostri Reali E i Presidenti E i Generali
E i Rendimenti gli Emolumenti? Siete contenti dei Vostri Affari?
In Famiglia tutto bene? La Signora si mantiene?
E la Bomba come va? La più bella chi ce l’ha?
La Mammà dei Capitali o il Papà dei Proletari?
Bravi bravi complimenti. Siete sempre Regolari.
Troppo uguali. Troppo uguali. Troppo tristi e troppo uguali
troppo uguali e troppo tristi. Troppo tristi troppo tristi
tristi TRISTI. Non vi viene mai lo sfizio d’essere meno tristi?
Comunque, se vi piace la tristizia, godetevela voi la vostra.
Questa terra non è mica roba vostra. 
E’ da secoli e da millenni
che noi cerchiamo di farvelo capire.
Mamma nostra non ci ha mica fatto per servire agli usi vostri.
Mica ci ha fatto gli occhi per guardare le tristi facce vostre.
Mica ci ha fatto gli orecchi per ascoltare le tristi chiacchiere vostre.
La vostra guerra non è la nostra. 
Noi siamo per l’allegria e la grazia, ossia la felicità.
E perchè poi fate tanto fracasso? Silenzio! Taisez vous! Shut up!
Via! Fatevi in là!
Basta!
Ci avete
definitivamente obiettivamente finalmente
stufato.
E voi, poveri Molti
gli infelici e stolti,
di padri infelici e stolti,
perchè vi lasciate voi minorare?
Fino a quando vi metterete a servizio? Non sapete che a lungo andare
la servitù non è più necessità
nè fatalità nè virtù ma
vizio?
Che aspettate a promuovervi alla vostra maggiore età?
Non vi viene mai lo sfizio di indagare
sulla vostra reale infelice condizione?
d’impiegare una parte del vostro tempo libero
in qualche reale felice meditazione?
Voi dite:<<Preferiamo la televisione che ha quarantamiliardi d’abbonati.
Quei tuoi vantati F.P., per quanto ce li sventoli, sono quattro gatti.
La forza sta nel numero>>.
<<Beh – vi rispondo io, – secondo i casi. Per esempio,
chi più varrà: quattro gatti coi coglioni intatti o quarantemiliardi di castrati? 
Eh? chi lo sa?>>
<<Va’, va’,
tu ci strazi, vecchia, coi tuoi discorsi astratti. Qua parlano i fatti>>.
<<Avete ragione, ragazzi.
E allora eccovi i fatti: il numero, agli I.M., chi glielo dà?
Il numero siete voi: questa in sostanza, è la triste o magari non triste verità.
E non vi viene mai lo sfizio di scombinare, olà,
le cifre dell’operazione ordinaria? di sfondare alfine per sempre le porte della stanza magica
dove quei tristi padri della tristezza da centinaia e migliaia
d’anni si rinchiudono a manovrare?
Aria, aria,
a questa prigione infetta. Noi qua viaggiamo sul cellulare dell’ignoranza.
Non sappiamo né l’inizio né la conclusione. 
Ogni istante ci affretta verso l’ignota destinazione.
Ci conviene approfittare d’ogni occasione correre a qualsiasi speranza non trascurare nessun indizio.
Chi sa quel che vi aspetta alla prossima stazione?
Date retta a questa mia povera canzone.
Non è detta
che prima ancora delg iorno del Giudizio
quei pazzi F. P. non vi mettano in minoranza.
Forse vi converrebbe cominciare qualche esercizio
per trovarvi preparati alla possibile circostanza.
Sarebbe una magnifica stravaganza
di scavalcare tutti insieme i tempi brutti
in un allegro finale: FELICI TUTTI!
Forse, il primo segreto essenziale
della felicità si potrebbe ancora ritrovare.
L’importante sarebbe di rimettersi a cercare.
(…)
Elsa Morante, Il mondo salvato dai ragazzini



martedì 17 luglio 2012

handle with love

Care amiche e cari amici, questo blog ormai è diventato un punto di sosta per le parole e i pensieri. Si mescolano racconti di persone, libri, di modi di crescere, si segue il ritmo delle giornate, a volte stanche o piene, caotiche, senza senso, con nuove scoperte
con la musica o senza, colorate o bianche, silenziose mai. Non sono solo mamma, non potrei esserlo ma vorrei essere tante altre cose.
In questo momento (che è giusto un momento però, no giornate intere e notti e tutti gli attimi di due vite, no, un momento!?), sono mamma di due gemelli di 2 anni o poco più
si chiamano giuseppe e gianluca, sono loro a movimentare le giornate di qualche rigo più su, a rendere tutto pieno di significato, a ritardare la stanchezza, la mia, anche se non ci riescono sempre. Sono loro ad aver trasformato la mia vita in famiglia e solo con Domenico poteva avvenire questa trasformazione. I due sono gioiosi, illuminati e pronti a sperimentare qualunque cosa , sono coraggiosi quanto basta, curiosi da morire
divertenti , sono la vita che procede e non lascia spazio ai ripensamenti.
Sono due, inaspettati e per questo ancora più belli, sono vicini, si mordono, si tirano i capelli e poi fanno pace, si abbracciano e si baciano. Loro tirano fuori nuovi pensieri dalla mia testa. Il blog ho cominciato a riempirlo pensando di svuotare un pò testa e cuore, ma tutto, dentro queste, si riproduce ad una velocità che non controllo più. Scrivere per il blog e confrontarmi con altre e altri che lo fanno mi ha confermato l'importanza delle relazioni, quelle della vita vera e piena e così ho pensato alla parola famiglia, senza definizioni di nessun tipo se non quelle dettate dai sentimenti, dal cercarsi al mattino per un abbraccio, addormentarsi la sera con il carico di pensieri della giornata da alleggerire per il giorno dopo, ma con quel pizzico di felicità che assapori dai respiri di chi ti dorme accanto. Una coppia, un trio, un gruppo, la persona o le persone nelle quali ti riconosci, che fanno risuonare le tue sensazioni, che amplificano la tua sensibilità
senza ruoli precostituiti o doveri imposti.

Così ha preso forma handle with love. Avete presente il trattare con cura dei pacchi postali? Quelli che contengono cose fragili? Lo pensiamo e lo sperimentiamo che l'amore e la cura sono pratiche quotidiane, quando si tratta delle persone che amiamo poi diventano verità da tenere bene in vista.



Handle with love comincia d'estate, quando le famiglie un pò si fermano e ritornano insieme
quelle che possono e vogliono.
Così d'estate c'è il sole caldo e pieno di luce, vi guardate meglio e vedete quanti siete.





Cos'è HANDLE WITH LOVE?

E' un modo diverso di guardarsi. E' un concorso fotografico che diventerà un libro e poi una mostra itinerante, un viaggio tra le famiglie fuori dagli schemi precostituiti.
La famiglia che nasce dai sentimenti, dal modo di riconoscersi simili,
dalla capacità di far risuonare l'altro dentro di noi e sentire che l'altro fa la stessa cosa.

Sarà un libro fotografico, sarà l'occasione per liberare la parola famiglie e non sentirci costretti in essa così da esprimerci nel modo che ci viene più naturale: sono le persone, grandi e piccole, le coppie, i gruppi, gli amici e le amiche, i compagni di lavoro.

Perchè HANDLE WITH LOVE?

Per riconoscerci, per raccontare le nostre storie con le immagini,
perché ci serviva e forse serviva anche ad altri la scusa per raccontarsi.
Per liberare la parola famiglia e non sentire un peso sul cuore pronunciandola, per farla riposare, insieme alle sue incertezze ma anche alle cose belle, e donarla agli altri attraverso una fotografia.

BANDO HANDLE WITH LOVE - UN LABORATORIO SUI SENTIMENTI
è un tempo dedicato agli affetti
è un invito a trattare con cura
è un sentimento d’amore da trasmettere

CONCORSO FAMILY FRAME
ti invita a presentare la tua famiglia
qual è e com’è la tua famiglia?
e chi ne fa parte?
è una coppia, un trio, un gruppo


COME LA VEDI?
allegra, disorientata, organizzata, coraggiosa, motivata, unita, forte,
smarrita, stonata, ironica, sorridente sul divano, sul prato,
attorno a un tavolo, in fila al supermercato, in viaggio, sulla bici,
con le lacrime agli occhi, a piedi nudi, dentro l’acqua del mare,
quando fa colazione, quando fa una passeggiata, quando è appena sveglia

la tua famiglia sono le persone che ami, quelle che ti fanno stare bene
con le quali è bello viaggiare, giocare, quelle che riconosci come parte di te
metti tutti insieme, fai la foto dove vuoi tu e con chi vuoi tu
con chi credi sia la tua famiglia

SCATTA LA FOTO
inviala all’indirizzo hwithlove@gmail.com
entro la fine del mese di agosto 2012
in formato jpeg, misura 15x15 cm
scegli tu il titolo - una giuria le selezionerà

Le foto selezionate faranno parte di una pubblicazione nella quale tre autori tra i più apprezzati dell'editoria per l'infanzia condivideranno le loro parole sul tema del concorso.

Handle with love è un'idea di 2% http://duepercento.blogspot.it/
in collaborazione con oliverlab www.oliverlab.it

Come aiutarci:

- Sarà possibile contribuire al finanziamento del progetto qui
Basta un piccolo contributo. Ci contiamo. 

- Diffondete il link per il contributo a Handle with love http://www.ulule.com/handle-with-love/
e il link al video di presentazione https://vimeo.com/45575268

domenica 8 luglio 2012

il bosone di higgs


Le proprietà delle particelle sono: la massa, la carica elettrica, lo spin, la vita media, il momento magnetico, la parità. (http://www.treccani.it/enciclopedia/particella/)

"Le incredibili prestazioni di Lhc e di Atlas e gli enormi sforzi di un grandissimo numero di persone ci hanno portato a questo risultato entusiasmante" Fabiola Gianotti



Arrivo in ritardo a parlare del Bosone di Higgs ma ho cercato di capire di cosa si trattasse, rispolverare le mie conoscenze in materia, poche, per pensare infine che tutta la ricerca fatta da Fabiola Gianotti e dal suo gruppo sta in questo abbraccio, nello sguardo sincero e commosso di Peter Higgs che ha aspettato tanto tempo, ma lo ha fatto sicuro che il tempo lo avrebbe ripagato, per la fiducia e forse anche per la certezza. Sono cose belle queste, lavori di pazienza, di osservazione, di cose pensate ad ogni ora del giorno. 
 






Ho letto che Higgs avrebbe ipotizzato l'esistenza di un campo, detto poi di Higgs, durante una passeggiata nel 1964.
Forse sulle sue colline scozzesi o forse in riva al mare, in una giornata di vento.
Passeggi e pensi alle particelle elementari, perché sono il tuo mestiere o perché il tuo mestiere sta nelle cose che ti circondano e, affondando il piede nella sabbia, senti il peso dei tuoi passi e forse anche dei tuoi anni. Allora un'intuizione ti passa veloce ma illuminata quasi dalla certezza… anche le particelle devono avere una massa…le particelle compongono le cose e le cose hanno massa. Come dimostrarlo?

Allora il signor Higgs, avanzando sulla sabbia, in quella giornata di vento al quale opponeva il peso del suo corpo pensò: ok supponiamo che le particelle non abbiano una loro massa specifica, nell'universo però viviamo immersi nel campo gravitazionale e forse deve esistere un altro campo che le circonda, al quale esse si oppongono quando si muovono, perché il loro scopo è attraversarlo.

Così come il vento o forse come l'acqua questo campo frenerebbe le particelle facendole diventare più o meno pesanti.
E intanto la matita, che teneva ferma tra le dita, cadde sulla sabbia, complice il suo peso e un'attrazione alla quale non possiamo opporre resistenza.

All'interno di questo campo poi ci sarà un'altra particella grazie alla quale le altre acquisiscono la loro massa e le masse possono essere diverse e questo dipende da come le particelle interagiscono con la particella in questione, il bosone insomma ovvero il fattore di conferimento della massa. E' bella questa immagine che le particelle acquisiscono una massa dal modo in cui reagiscono all'incontro con il campo di higgs.
Potremmo definirlo come qualcosa che ci aiuta a capire perché tutto quello che ci circonda sia in un modo piuttosto che in un altro.
Allora da quello che ho intuito, forse non pienamente compreso, è come se fossimo immersi in un campo fluido e leggero, quasi impalpabile, nel quale però, nel momento in cui si creano delle perturbazioni, dei movimenti, si percepisce una sostanza, un peso, una consistenza. Allora questo bosone aiuta in qualche modo a prendere coscienza di uno stato, che si chiami massa, peso, che riguardi le cose, le particelle, l'acqua o le stelle, l'aria. Che si tratti di spostare le cose, di attraversarle o di opporre resistenza, facendo sentire il peso di quello che si è e che si produce.
Sa cosa le dico signor Higgs? Che ci penseremo quando saremo al mare,
penseremo che l'acqua non è solo acqua: travasandola, attraversandola a piedi, muovendola con le mani o scuotendola con il nostro passaggio. Io e i due (giuseppe e gianluca- le mie particelle subatomiche) ci penseremo e non daremo nulla per scontato.
Ci penseremo adesso che i due sono piccoli, che le cose a loro sembrano solo belle
e poi quando, pieni di curiosità, chiederanno perché e allora sarà necessario rispondere.
Mi chiedo se avranno la sua pazienza.


_di articoli ne avrete letti tanti, qui c'è anche una spiegazione in video:
http://www.ilsecoloxix.it/p/multimedia/genova/2012/07/04/APidD2rC-higgs_bosone_dummies.shtml



venerdì 6 luglio 2012

federazione degli svegliati con baci d'amore

In fondo ne facciamo parte da sempre senza saperlo.
E così i baci d'amore non sono quelli della passione, ma quelli della normalità dell'amore.
Sono i baci che ogni mattina, se si è fortunati, riceviamo dalla persona che amiamo.
Uomo o donna che sia.
Dai figli, prima che facciano colazione, con gli occhi ancora chiusi dal sonno ma anche dopo colazione, con le labbra ricoperte di zucchero.
Sono i baci sulla guancia invecchiata di una madre, di un padre, di una nonna, di un nonno.
Sono i baci schioccanti sulla guancia di un caro amico, che magari vediamo ogni giorno, che lavora con noi o che magari rivediamo dopo tanto tempo.
Sono i baci che ti restituiscono la verità delle cose per cui vale la pena vivere.
Sono i baci delle persone che ti emozionano e lo fanno con la naturalezza del loro essere semplicemente al mondo.
Sono i baci per svegliarsi e risvegliare, riconoscersi e ripensare.
Sono i baci che ci fanno sentire i nostri cuori poggiati sugli altri cuori... e non è inutile ricordarselo.




venerdì 29 giugno 2012

piccoli diritti crescono

Nelle ultime settimane - quelle con un clima mite, adatto all'uso del giardino - non è stato possibile usufruire né delle aree verdi né delle aree gioco dell'asilo Maria Pia di Savoia in via Papireto, a Palermo. O, quando è stato fatto - premettendo che si tratta di una condizione comune ad altre strutture comunali simili - le educatrici hanno lavorato e giocato in condizioni limite, facendo molta attenzione per garantire gli elementi di sicurezza obbligatori in contesti come l'asilo. Nel corso dell'anno scolastico il giardino e le attrezzature per il gioco, infatti, sono state continuamente manomesse da 'fruitori' esterni alla struttura, di età e misure superiori a quelle per le quali i giochi presenti in giardino sono stati progettati: perché, e non è una novità che sveliamo in questa lettera, nella nostra città manca la cultura dell’utilizzo dello spazio pubblico. Più di una volta, i genitori e il personale della scuola, hanno invitato questi fruitori esterni ed estranei - arrampicati su casette, scivoli e altalene - ad allontanarsi, aiutandoli a capire che quei giochi non erano adatti a loro quanto, piuttosto e normalmente, ai bambini dell'asilo.

Dopo anni di lotte per il riconoscimento di diritti fondamentali l'esperienza ci suggerisce che è inutile, se si vuole raggiungere l'amministrazione pubblica, pensare a forme di autogestione, seppur organizzata e nei limiti di sicurezza. Queste forme risolvono però il problema: permettono di andare avanti subito, e non restare in attesa dell'intervento esterno. Ecco così che si pulisce un giardino, si sistema un gioco e quant'altro necessiti di manutenzione. Ma è difficile organizzare i genitori: il lavoro, i tempi che non coincidono, le necessità di vita che non si incontrano. All'asilo però bisognerebbe lavorare tutti, per il bene di tutti i bambini. Per questo bisogna risvegliare l'attenzione dal basso, quella delle famiglie, e riportare tutto ad un piano di riferimento, orizzontale non piramidale, che tenga conto delle necessità e dei diritti di tutti. Sicché forse è più utile, in questo momento, intraprendere con la pubblica amministrazione un'iniziativa politica, proponendosi come soggetti politici (alias cittadini) competenti e organizzati, sperando che questo porti ad un dialogo costruttivo e propositivo in vista di un intervento di manutenzione e riordino degli spazi esterni all'asilo.

Siamo a conoscenza dell'impegno già preso dalla nuova amministrazione comunale in merito agli interventi di messa in sicurezza delle scuole, ma ci preme sollecitare questi interventi alla luce di uno sguardo consapevole e ampio.

Ci sembra sempre più evidente la necessità di rivedere i modelli di gestione, di partecipazione concreta e di restituzione ai cittadini del senso e del valore della dimensione pubblica e del bene comune.
Il vero senso della democrazia sta nell'interesse e nella partecipazione condivisa degli spazi e degli oggetti, beni e servizi, che tutti utilizziamo ogni giorno.
 Per questo chiediamo un'attenzione che sia alla base di ogni futuro intervento da parte dei servizi educativi, dei servizi sociali, del servizio verde pubblico, auspichiamo una costante e attenta manutenzione dell’area, esempio tra gli altri, da parte dei servizi competenti e l'interessamento di tutti coloro che in questo appello sono chiamati in causa e che, in qualità di amministratori della città, sono tenuti ad ascoltare e a intervenire.

Definiamo forme reali di partecipazione attiva, attiviamo tavoli tematici, intensifichiamo o creiamo il coordinamento dei consigli dei genitori con assemblee che siano davvero luogo di confronto e di cambiamento. Creiamo dei veri e propri contenitori partecipati a disposizione dei singoli consigli e delle scuole cittadine. Proviamo ad essere degli innovatori, a cambiare la percezione che la maggior parte delle famiglie ha del bene pubblico.

Siamo peraltro, bambini e genitori, fruitori di altri parchi con aree di playground qui a Palermo, e attendiamo che altre, chiuse alla collettività da troppo tempo, vengano presto riaperte, visto che abbiamo esercitato con frequenza le nostre doti di ubiquità per garantire la sicurezza dei nostri figli. Abbiamo più volte pulito le aree gioco, abbiamo rimosso oggetti pericolosi abbandonati da altri, e abbiamo svolto altri interventi di manutenzione. Perché crediamo nel valore del bene comune. Perché sappiamo che i luoghi di socialità e incontro sono fondamentali per la crescita dei nostri figli. Non vorremmo continuare a vivere nell’assenza di una politica di apertura consapevole degli spazi comuni sia in termini di fruizione che di organizzazione.

Alcuni particolari dello stato del giardino (nominalmente "storico") del Maria Pia di Savoia sono documentati dalle foto allegate:

















Sono di tutta evidenza:
    ⁃    Giochi scheggiati e malmessi
    ⁃    Struttura dello scivolo decadente
    ⁃    Giostra girevole priva di struttura di appoggio stabile
    ⁃    Terreno alla base dell'area gioco privo di erba o ghiaia
    ⁃    Seggiolino dell'altalena manomesso e privo di chiusura di sicurezza
    ⁃    Tappetini gommosi instabili e non contigui
    ⁃    Mancanza di targhette segnalanti l'età di utilizzo



Prima di ripensare le aree playground non solo in funzione dell'acquisto di scivoli, altalene e giostrine ma come luogo di riscontro delle abilità psicofisiche, immaginative, creative e motorie dei bambini, modificando in maniera decisiva la compilazione desueta di disciplinari in cui a "parco per bambini" debba per forza corrispondere una "riserva" omologata di attrezzature, vi chiediamo: cosa pensereste voi accompagnando i vostri figli a scuola notando questi chiari segnali di mancanza di manutenzione, nonché di disinteresse, noncuranza ed inciviltà?

L'anno scolastico volge al termine e i bambini, nostri e degli altri genitori, non hanno potuto godere pienamente - nonostante il servizio degli operatori dell'asilo che hanno cercato di mantenere un decoro nel giardino, combattendo le ingerenze esterne e la scarsa manutenzione del verde - dello spazio verde che è sicuramente un punto di forza della struttura comunale di via Papireto. Speriamo, prima dell'inizio del prossimo anno scolastico, in un intervento che dia garanzia di sicurezza, e che sia un chiaro segnale di ascolto e di presa di coscienza generale.
Disposti ad ogni forma di incontro e di scambio di proposte e certi della Vostra attenzione, inviamo saluti cordiali e un augurio di buon lavoro, sperando di annoverare anche questo impegno, che vede i bambini fruitori della città e degli spazi a loro destinati, tra i tanti e futuri traguardi che il Comune di Palermo riesca a raggiungere.

Vivian Celestino e Domenico Cogliandro, mamma e papà di Giuseppe e Gianluca


(abbiamo consegnato questa lettera all'assessore alla scuola del comune di palermo in occasione della festa di chiusura dell'asilo. bello che lei fosse lì e che questa lettera sia nelle sue mani)

Esempi virtuosi e necessari

http://lanostrascuolare.wordpress.com/
http://www.bancatempo.it/index.php

lunedì 25 giugno 2012

family


un anno fa eravamo così


non era cominciato l'asilo
non sapevamo tante parole
non conoscevamo la pasta di sale
eravamo diversi e gli altri cominciavano a capirlo veramente
non sapevano ancora che due è meglio di uno, soprattutto quando si tratta di biscotti o pezzi di pane
non conoscevamo bene il piacere di abbracci e bacetti
avevamo la testa 'meno piena' di storie e musica
non avevamo ancora assaggiato tante cose buone da mangiare
non avevamo fatto i biscotti con le formine, il pane e la pizza con la pasta madre
non avevamo ancora detto no e basta
non conoscevamo la differenza tra caldo e freddo, tra piccolo e grande

non capivamo i continui ti voglio bene della mamma
quelli sussurrati la sera o quando stiamo abbracciati
adesso siamo noi ad abbracciarla e a capire perché
non capivamo le coccole per uno o poi quelle per l'altro
è che siamo diversi e uno le vuole in un modo che all'altro magari non piace
e mamma lo sa
non capivamo la sua stanchezza e forse non la capiamo neanche adesso
non sapevamo quanto fosse bello fare le lotte con i cuscini sul lettone
fare le torri con le costruzioni di legno
completare un puzzle, anche se di pochi pezzi
non sceglievamo noi i libri da farci leggere
non conoscevamo ancora macchinine e dinosauri
non avevamo una maglietta preferita
non sapevamo i nomi di tutti quelli della famiglia, anche se non li vediamo spesso
non avevamo visto la luna e non avevamo provato a chiamarla
...
...


Kimya Dawson- You are my Baby




sabato 16 giugno 2012

la casa di maria


Vorrei parlarvi di una casa. È la casa di Maria.Vorrei parlarne perché si tratta di uno di quei posti senza tempo, che trattiene la memoria, che insegue la vita. Il portone si apre senza che nessuno chieda prima chi è.Così si entra in questa casa. È una casa che sale. Non è una casa da manuale, non ha uno stile che la posiziona nella storia. È bianca se la guardi da fuori. E basta. Ha due piani e uno in più per una terrazza. Dalla terrazza vedi mezza Palermo. Il campanile della cattedrale, la cupola della chiesa dell’olivella, di casa professa, di san giuseppe, il teatro massimo, i tetti di tante case, altre terrazze. Dalla terrazza di sopra vedi la terrazza di giù, quella con le piante, che fa sempre parte della casa di Maria e vedi pure se c’è qualcuno in casa. Non è elegante, non ha i mobili alla moda. C’è tanta luce. Ci sono tanti colori.Ci sono sedie di legno e un vecchio divano di pelle, ci sono tante piante, tante pentole, tanti mestoli, tanti contenitori. È una casa dove si cucina.  È una casa dove c’è sempre la frutta di stagione.  È una casa dove passa tanta gente. È una casa che sa fare la casa. È una casa dove si parlano tante lingue. Questa casa conosce traslochi. Vite cambiate e poi partite. In questa casa mi succede di ritrovare energie addormentate, di capire chi sono, quali sono le mie radici.  Non perché io abbia abitato questa casa, mi ha solo ospitato qualche notte. Non è necessario averla abitata per sentirsene parte. Perché questa casa contiene, ha appreso, ha udito, ha imparato, ha sperimentato, ha sentito urla di gioia, di dolore e di piacere.  Ha accolto lunghi silenzi di attesa, di sonno e di vuoto. Perché questa casa conserva senza nascondere. Ripone senza ordinare. Trattiene senza fermare. Questa casa è tutti i segni dello zodiaco. Questa casa è pregna delle persone che la abitano, ognuno ha lasciato la sua impronta, ha lasciato la sua storia, che altri continuano a raccontare.  Adoro fotografare la casa di Maria. Così com’è, negli angoli, nelle stanze, sopra, sotto. Stimola ricordi, li mescola, vuole essere impressa, sentita, guardata in tutti i suoi particolari. Ognuno di noi ha una casa nella memoria, ne conserva un pezzo perché un pezzo di vita ne ha fatto parte. E ci crediamo, sappiamo che è così.







A proposito di case e per tenere sempre vivo il nostro legame tra la vita e i libri, abbiamo scoperto La casa più grande del mondo, di Leo Lionni edizioni Babalibri.



Lo abbiamo preso dalla nostra libreria e con i due lo abbiamo letto. Una bella avventura che ci invita a semplificare, a ridurre, a rallentare come solo una vera lumaca sa fare, assaporando quello che le sta intorno. A portare con noi solo quello che serve e non ci appesantisce, ma che ci rende leggeri e semplici.
I disegni di Lionni fanno restare a bocca aperta, i due (che sono sempre giuseppe e gianluca) spalancano proprio la bocca quando vedono la casa della lumaca diventare sempre più grande. Così, senza neanche rendermene conto questa settimana tra il poco poco e il grande grande siamo entrati, in punta di piedi, nel fantastico mondo della misure. Ieri sera l'abbiamo raccontata senza libro in mano, con le parole e con i gesti, con le espressioni di stupore e di meraviglia, tutti sul letto prima di dormire e la cosa più bella di questo modo di raccontare è la loro memoria, come si conservano i particolari e i passaggi. La memoria, si, di questa è meglio averne tanta invece, e sempre di più.