mercoledì 11 dicembre 2013

dreams

nel sogno di stanotte so di aver pianto inseguendo giuseppe e gianluca
gli occhi si appannavano e io li perdevo di vista
mi asciugavo le lacrime 
ritornavo a vedere le loro piccole figure 
e poi di nuovo un fiume di lacrime in piena 
e li perdevo dagli occhi.
dico spesso, o forse sempre, che è stato ed è meraviglioso crescere due bambini insieme
ma non dico spesso quanta sia la paura
quanta sia stata e quanta ancora ce ne sarà
due bambini vicini e diversi
in tutto 
dal modo di giocare a quello di affrontare le difficoltà, 
di gestire la gioia e il dolore
uno che mi manda via perché vuole fare da solo e l'altro che mi tiene stretta
uno che mi racconta e l'altro che mi guarda e ascolta
uno che mi dà pugni e l'altro che si arrabbia e poi mi spiega
e non so ancora se il modo migliore di osservarli sia quello di appuntare differenze 
per capire come modulare reazioni, abbracci, pazienza, parole e sorrisi
o vederli per quello che sono partendo da queste due posizioni così diverse
nel sogno, intanto, io diventavo due
una per ognuno di loro?
sono davvero così?
poi continuavo a correre
e la strada non la decidevo io
li seguivo
e basta




giovedì 28 novembre 2013

la mia famiglia che resiste e non si arrende



Frequentiamo, forse non per sbaglio, la stessa parte di vita fatta di sguardi piccoli e a volte tristi, di 2 che si abbracciano e poi si allontanano, di dispetti e di carezze, di 'no' urlati e di 'ti voglio bene' sussurrati, delle storie dei libri e di quelle che inventiamo, di due stanchezze, di due pazienze, di disegni meravigliosi e costruzioni fantasiose, di disegni strappati e di giochi rotti e poi di giochi inventati e di battute suggerite ad animali e macchinine. Di vestiti da scegliere e cambiare, di rabbie inespresse e di gioie che non si controllano. Di due che inventano e poi rallentano. E sempre degli stessi due forti e immensamente fragili di fronte alla loro vita che cresce. Domenico, la nostra vita è accanto. 



















mercoledì 17 luglio 2013

ancora sulla questione asili a palermo

da quando i due hanno cominciato a frequentare il nido comunale a palermo non ci siamo mai tirati indietro rispetto a questioni inerenti la gestione interna, il diritto allo spazio dei bambini, il rapporto con le famiglie e il loro coinvolgimento attivo nella vita del nido, abbiamo condiviso riflessioni e prospettive di cambiamento. potete leggere tutti i post sull'asilo qui, qui, qui e qui
continuiamo a farlo anche adesso che i due hanno completato la loro esperienza (da settembre frequenteranno la scuola dell'infanzia): promuovendo a palermo l'assemblea cittadina 'bambini misura di città' (4 luglio 2013) e sottolineando pratiche di cambiamento del regolamento degli asili nido attuate dall'amministrazione che non ci convincono perché carenti di una programmazione dei servizi educativi chiara e a lungo termine e di una logica della partecipazione (a partire dai processi decisionali) che tenga conto di tutte le categorie coinvolte. pubblichiamo il comunicato stampa del comitato promotore dell'assemblea cittadina che solleva alcune questioni utili a capire le modalità di gestione dei cambiamenti, fatte dentro le aule consiliari in assenza di dibattito e di visione del futuro oltre che del presente. 

Il Comitato promotore dell’Assemblea cittadina “Bambini misura di città”, in seguito alla delibera n.208 del 13/06/2013 del Consiglio Comunale riguardante la sostituzione integrale del Regolamento Asili Nido in vigore, ha consegnato una lettera indirizzata, tra gli altri, al Sindaco di Palermo On. Leoluca Orlando, per sottolineare la totale assenza di dibattito e di approfondimento sul servizio di coordinamento pedagogico per la gestione degli asili nido comunali, abrogato interamente dal nuovo Regolamento. L’eliminazione dello “strumento fondamentale di qualificazione dei servizi”, renderebbe il lavoro di ogni singolo asilo isolato rispetto ad una programmazione pedagogica e didattica comune. Potenziare l'attività di Coordinamento Pedagogico permetterebbe invece di uniformare gli orientamenti, pur garantendo libertà metodologica nella gestione delle attività all'interno di ogni asilo. Nessuna traccia nel nuovo Regolamento dei Comitati di gestione e delle Assemblee dei genitori, organi previsti dalla Legge Regionale Siciliana 214/79, né delle attività di formazione e aggiornamento del personale previste, invece, dal precedente testo. Molti genitori sarebbero disposti a contribuire alla gestione partecipata dell'asilo affinché diventi uno spazio sociale e culturale nel quale cominciare a misurare la qualità della vita e della crescita di tutti e tutte. In Italia il coordinamento pedagogico e la partecipazione delle famiglie sono elementi di forza e di crescita dei servizi educativi. A Palermo si preferisce snellire i procedimenti, non affrontare il problema, e non programmare un’attività che, nel settore della scuola, come in altri, dovrebbe chiarire le direzioni e lo spazio dei diritti dei bambini. Speriamo che la lettera di denuncia porti ad una nuova discussione in aula, per attuare un processo di condivisione e di partecipazione vera al quale genitori e associazioni di settore sarebbero felici di poter partecipare per dare un contributo attivo.  




ecco il testo della lettera protocollata giorno 11 luglio 2013



Palermo, 11/07/2013

Al Sig. Sindaco
del Comune di Palermo
On. Leoluca Orlando

Al Presidente
del Consiglio Comunale di Palermo
Dott. Salvatore Orlando

All’Assessore alla Scuola
Prof.ssa Barbara Evola

Al Presidente Ia Commissione
Dott. Juan Diego Catalano Ugdulena

Al Presidente Va Commissione
Dott. Fausto Torta

Ai capigruppo
del Consiglio Comunale di Palermo


Le associazioni che sottoscrivono questa lettera lo fanno ai sensi del Capo II, art.9 comma 
del vigente Statuto del Comune di Palermo, sottoscrivendo liberamente quanto affermato dall’art.1 del medesimo Statuto.
In data 15/11/2012 il Settore Servizi Educativi, Servizio Asili Nido, dell’Area della Scuola
del Comune di Palermo ha inviato, assieme ai funzionari del servizio che dirige, una Proposta di provvedimento deliberativo di C.C. avente come oggetto un “Regolamento Asili Nido” teso a rinnovare il precedente del 1998. Tale documento ha come proponenti la D.ssa Santa Catania(Responsabile del procedimento) e la D.ssa Marina Pennisi (Dirigente del servizio). Ottiene un primo parere tecnico favorevole interno all’Ufficio dalla stessa D.ssa Marina Pennisi (sic!) e dalla D.ssa Licia Romano (Dirigente coordinatore), vistato dall’Assessore competente Prof. Barbara Evola.
Ottiene il visto dell’Ufficio di Ragioneria il 12/12/2012. Dopodiché viene richiesto un
parere urgente alle Commissioni I e V il 31/12/2012. Il regolamento viene recepito dalle
Commissioni il 07/01/2013 che rispondono il 04/02/2013 (I Commissione, parere favorevole all’unanimità con 5 emendamenti annessi al verbale di seduta) e il 20/03/2013 (V Commissione, parere favorevole all’unanimità con 2 emendamenti non inclusi nel verbale di seduta). Gli uffici preposti, a cui vengono inviati i pareri delle Commissioni, esprimono parere favorevole alle proposte della Ia e parere contrario alle proposte della 5a. Il testo viene presentato il 13/06/2013 al Consiglio Comunale di Palermo.
La richiesta è di votare con inspiegabile urgenza una delibera inerente una riforma radicale
del Regolamento Asili Nido vigente e risalente al 1998, altra Giunta Orlando, nella cui premessa, oltre ad alcuni selezionati articoli di legge, viene “CONSIDERATO che i risultati raggiunti dagli studi di pedagogia e psicologia sulla prima infanzia, e le trasformazioni sociali e culturali intervenute nel nostro paese, impongono una rivisitazione degli standards del servizio più adeguata alle nuove necessità educative”.
Il Regolamento Asili Nido introdotto come sostituzione del precedente “snellisce”,
effettivamente, la struttura organizzativa del precedente regolamento del 1998 escludendo in toto il Titolo III relativo alla professionalità dell’organico e alla sua formazione, nodo ineludibile ma eluso “d’ufficio”, e ristrutturando organi di rappresentanza, di gestione e di rapporto tra asili nido, cittadini e Amministrazione Comunale.
Nella redazione del Regolamento del 1998 erano incluse le Assemblee dei genitori e i
Comitati di gestione in quanto tale documento recepiva la Legge 1044/71, istitutiva del servizio, che all’art.6, comma 2, prevedeva che gli asili nido dovessero “essere gestiti con la partecipazione delle famiglie e delle rappresentanze delle formazioni sociali organizzate nel territorio” e la Legge Regionale Siciliana 214/79 che prevedeva espressamente i Comitati di Gestione agli artt.18, 19 e 20. Due norme di legge disattese nella recente modifica. Sicché i 29 articoli del Regolamento del 1998 diventano, nella nuova versione, 21, anzi 20 perché in Consiglio Comunale passa integralmente un parere della V Commissione, pur con parere tecnico contrario, che prevede l’abrogazione radicale dell’articolo 17 dal nuovo articolato, senza peraltro derogare altri articoli che a questo facevano riferimento (!). Eccolo.

ART. 17 - IL COORDINAMENTO PEDAGOGICO
Il Coordinamento pedagogico è composto dall'Unità Organizzativa Gestione e Sostegno SocioPedagogico del Servizio Asili Nido e dal Referente di ogni nido, ed è coordinato dal Responsabile Socio-Pedagogico dei Nidi.
Il Coordinamento pedagogico è lo strumento fondamentale di qualificazione dei servizi, garantisce la continuità di cura gestionale e l'omogeneità di indirizzi negli asili nido presenti sul territorio. Rappresenta, inoltre, uno strumento di supporto dei singoli Collettivi, ponendosi come livello promozionale in grado di orientare un progetto globale cittadino, e garantisce maggiore qualità e efficienza del servizio.
I compiti del Coordinamento pedagogico sono:
• curare la realizzazione di programmi educativi garantendo la continuità delle esperienze di formazione;
• curare il rapporto interattivo con il collettivo degli operatori, incoraggiando nei servizi nuovi livelli di
riflessione e competenza;
• coordinare le attività per le verifiche della programmazione;
• individuare le modalità organizzative più efficaci per realizzare gli obiettivi previsti e attiva incontri
periodici con i singoli collettivi, tra più collettivi (internidi) e momenti allargati a tutti gli operatori;
• promuovere la creazione di eventi e occasioni culturali (seminari, convegni, mostre di percorsi di attività
didattiche, apertura dei nidi alla città) per rendere visibile il lavoro svolto nei servizi ad un pubblico più vasto
di quello dell'utenza e per incrementare la sensibilità nei confronti dell'infanzia.
Gli educatori che ogni anno scolastico fanno parte del Coordinamento pedagogico collaborano in modo proficuo con lo stesso nell'attuazione del percorso pedagogico del nido, partecipando ad incontri periodici presso il Settore e promuovendo un sistema di partecipazione al progetto educativo del nido che consenta a tutte le
componenti coinvolte di svolgere un ruolo attivo.
Il Coordinamento pedagogico svolge la propria attività in rete con i servizi sanitari competenti e con il servizio sociale territoriale per l'integrazione dei bambini in situazioni difficili e per la più ampia attività di prevenzione del disagio e tutela della salute dei minori.
Bisognerebbe capire, a questo punto, quali siano i presunti enunciati “risultati raggiunti dagli studi di pedagogia e psicologia sulla prima infanzia” (quali studi? di chi?) che “impongono una rivisitazione degli standard del servizio più adeguata alle nuove necessità educative” (quali standard quali nuove necessità?).
Infatti se, come indicato, il “coordinamento pedagogico” è “strumento fondamentale di
qualificazione dei servizi”, è anche probabile che gli standard attengano a valori diversi da necessità educative. L’esclusione dell’art.17 dal Regolamento Asili Nido del Comune di Palermo rende, infatti, asfittico e autoreferenziale il lavoro svolto dagli asili nido pubblici della città: dall’immagine di un arcipelago di isole che possono avere un dialogo e investire in relazioni e rapporti, si avrà solo una geografia di isole distanti.
Evidenziando che esiste differenza sostanziale tra il Servizio Asili Nido e l’Ufficio per le
Relazioni con il Pubblico, gap operativo da dirimere attraverso un dialogo costruttivo tra le parti, andrebbe proposto un lungimirante potenziamento della struttura del coordinamento anche sotto l'aspetto didattico, prevedendo una continuità e una conformità di direzioni all'inizio di ogni anno scolastico, estesa alla fascia d'età 0-6 anni, coinvolgendo quindi le scuole d'infanzia comunali in visioni di progetto unitarie. Potenziare l'attività di collegamento pedagogico permetterebbe di uniformare gli orientamenti, pur garantendo libertà metodologica nella gestione delle direttive del coordinamento all'interno di ogni asilo/scuola, proprio perché non si risolve il nodo tagliando la fune ma cercando di sciogliere le difficoltà con una educazione alla partecipazione delle parti
(personale degli asili, genitori, amministrazione pubblica e stakeholders della città).
Per questi motivi ci piace immaginare un Regolamento che tenga in considerazione criteri di trasparenza e partecipazione, non eludendo le normative nazionali (Legge 1044/71) e regionali (Legge Regionale Siciliana 214/79), con uno sguardo all’aggiornamento e alla formazione del personale in servizio, per cercare e creare un dialogo tra parti, orientare e condividere proposte e contenuti, proporre e trasmettere alle generazioni del futuro un’idea di società inclusiva delle diversità e dei servizi educativi come primo passaggio per garantire ed esercitare i diritti dei bambini.
Tra le buone pratiche di gestione e di condivisione, applicate in Italia, suggeriamo:
- Attivazione di percorsi di aggiornamento del personale all’interno e al di fuori del Comune, presso strutture sia territoriali che provinciali, regionali, nazionali ed europee.
- Realizzazione di supporti informativi per le famiglie: carta dei servizi dei nidi, opuscoli,
consultabili anche on line, contenenti il regolamento degli asili nido, scritti in italiano, inglese, francese, arabo, cinese.
- Strategie di continuità tra nido e scuola dell’infanzia.
- Nel caso di procedure di revisione del Regolamento dei nidi, il coinvolgimento degli organismi di rappresentanza del personale e delle famiglie, indicando e informando in maniera chiara su normative e atti di riferimento.
Risulta ovvio, per concludere, che si chiede l’immediato ripristino del Titolo II del
Regolamento Asili Nido del 1998 con la reintroduzione, ai sensi della Legge Regionale Siciliana 214/79, artt.18, 19 e 20 (tenendo in considerazione, in deroga a tale ultimo articolo, che il servizio all’epoca era di competenza dell’Assessorato alla Sanità), degli organismi di partecipazione dell’Assemblea dei Genitori e dei Comitati di Gestione; nonché la reintroduzione del Titolo III (relativo a organico, compiti, aggiornamento e formazione), ritenendo imprescindibile l’erogazione di un buon servizio da una opportuna preparazione del personale facente funzione.

Una proposta di
WozLab/Culture Meridiane
sottoscritta da
Laboratorio Zeta
OccupyLudotek
Gruppo Maternage Le Balate
Babbalù

lunedì 8 luglio 2013

bambini misura di città_cosa è successo il 4 luglio a palermo



Il 4 luglio alle 15:30 nella sala consiliare di Palazzo delle Aquile, a Palermo, si è svolto l’incontro “Bambini misura di città. Il territorio urbano come risorsa per l’infanzia”, voluto e organizzato dall’associazione culturale WozLab/Culture Meridiane, Laboratorio Zeta, OccupyLudotek, Babbalù e Gruppo Maternage le Balate, sulle tematiche legate alla vita urbana dei più piccoli dalla mobilità, al gioco, ai servizi educativi.
Un’assemblea durata tre ore con un’assenza pesante: quella degli assessori “competenti” invitati, precedenti impegni già fissati non hanno permesso di svolgere il dibattito in aula con la giunta e neanche con collaboratori diretti che ogni assessorato era stato invitato a mandare.
Il gruppo che ha organizzato l’incontro ha elaborato delle schede di lavoro dove ad ogni tema seguiva una proposta operativa indicando gli organi amministrativi (assessorati, uffici competenti, circoscrizioni) che in sinergia sarebbero in grado di mettere in atto cambiamenti possibili in grado di migliorare la vita di tutti i cittadini, proprio a partire dai bisogni e dai diritti dei più piccoli.
Gli argomenti di maggiore evidenza, come emerso dal dialogo aperto coi partecipanti (tra cui i consiglieri Antonella Monastra e Alberto Mangano) si possono tradurre nella possibilità di dotare la città di un piano della mobilità scolastica e la mobilità lenta, di una mappatura degli spazi gioco e delle attrezzature per lo sport presenti in ogni circoscrizione a cui far seguire un piano strategico degli spazi verdi urbani (aree verdi pubbliche con servizi e strutture di ospitalità), di politiche educative che tengano conto di: percorsi di formazione e aggiornamento per gli operatori dei servizi dell’infanzia, coordinamento pedagogico tra i servizi educativi comunali (nidi e scuole d’infanzia, la modifica del regolamento degli asili nido comunali), di un piano di comunicazione della cultura dell'infanzia (campagne pubblicitarie, materiale informativo sui diritti dei bambini, pagine specifiche rivolte ai bambini e ai servizi ad essi dedicati da inserire sul portale del Comune di Palermo).
Dal dibattito con il pubblico presente, l’assemblea è stata molto partecipata e sentita come occasione di confronto importante (erano presenti associazioni, educatori, genitori) è emersa la necessità di approfondire ulteriori tematiche legate all’ospedalizzazione pediatrica, all’alimentazione, alle discipline sportive, all’adeguamento dei servizi di trasporto comunali alle esigenze di famiglie con figli piccoli, ma soprattutto si è discusso sulla proposta di costituzione di una consulta comunale sull’infanzia. In base all’art. 13 bis dello Statuto del Comune di Palermo è possibile infatti istituire consulte permanenti su base tematica, territoriale o di categoria.
Di fatto l’Assemblea e i suoi partecipanti hanno dimostrato di essere già operativi, visto il materiale presentato e il livello dello scambio di proposte, frutto di ricerche e di esperienze attive sul territorio riguardanti la misura, lo spazio e il tempo destinati ai bambini in città.
Il gruppo continuerà in questi mesi ad approfondire ogni tema rapportandolo ancora di più alla realtà della città di Palermo e alla sua struttura amministrativa, in preparazione di un altro incontro che si svolgerà tra settembre e ottobre.
a cura di:
wozlab/culture meridiane-laboratorio zeta- occupyludotek - babbalù - gruppo maternage le balate







martedì 7 maggio 2013

Il 7 maggio di Domitila

“Which one is the main enemy? Is it the military dictatorship? Is it the Bolivian bourgeoisie? Is it Imperialism? No, fellows. I want to tell you that our main enemy is fear. It is inside us"

Domitila Barrios de Chungara è nata il 7 maggio del 1937 a Pulcayo (Bolivia) ed è morta il 13 marzo del 2012 a Cochabamba (Bolivia).

Domitila viveva in un quartiere di minatori, sposò un minatore. Dal 1963 cominciò a prendere parte al comitato delle casalinghe, impegnate per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei minatori. Domitila si salvò da un'irruzione armata dei soldati del governo durante un'assemblea, si stava decidendo se sostenere o meno i guerriglieri di Che Guevara, morirono molti dei suoi compagni e delle sue compagne. Lei fu comunque incarcerata e torturata. Perse così il suo bambino all'ottavo mese di gravidanza. 

Nel 1975 venne invitata alla Tribuna Internazionale della Donna, all'ONU, parlò delle condizioni dei Paesi del Sud del mondo [http://www.onuitalia.it/calendar/women2000m.html]

Nel 1978 insieme ad altre 3 donne, iniziò lo sciopero della fame, tutta la popolazione la seguì e scese nelle piazze contro la dittatura che cadde dopo quasi un mese. 
Domitila fondò la scuola mobile di educazione popolare con la quale andava nei paesini più sperduti della Bolivia a portare l'istruzione.
Quando morì, nel 2012, la Bolivia proclamò 3 giorni di sciopero nazionale per onorare la sua memoria.

Conoscevo la storia di Domitila Barrios de Chungara attivista politica, ma non sapevo fosse nata il 7 maggio come me. Il numero 7, il mese, un pò di anni, di cammini e di storie di differenza.
Lei del 1937 io del 1974. Auguri compagna Domitila, oggi è il tuo 7 maggio.






Una bella testimonianza

Nell'aprile del 1952 iniziò la rivoluzione boliviana, che diede impulso alla riforma agraria, alla nazionalizzazione del settore minerario e al suffragio universale. Sessant´anni dopo, nell’aprile 2012, è morta Domitila Barrios de Chungara e la democrazia boliviana si è listata a lutto. Domitila era una donna coraggiosa, nata alla fine degli anni Trenta a Potosí. Ebbe la possibilità di formarsi come dirigente in quanto moglie di un minatore e, madre di sette figli, fece parte del Comitato delle casalinghe delle miniere. Nel giugno del 1967 sopravvisse al massacro perpetrato dai militari contro i minatori e, dieci anni dopo, insieme ad altre quattro donne, avviò lo sciopero della fame contro la dittatura. Ricevettero dapprima l’appoggio dei sacerdoti, poi degli universitari e, in pochi giorni, furono migliaia gli scioperanti che esigevano libere elezioni, riuscendo a provocare la caduta della dittatura militare, nel 1978. Ebbe così inizio la democrazia boliviana, che quest’anno festeggia tre decadi, la fase più lunga della storia politica del Paese.
Pensando a lei, mi sovviene un aneddoto legato a un evento letterario, un felice incontro avvenuto più o meno vent’anni fa. Ebbi la fortuna di far incontrare due cari amici ed essere testimone di quello che accadde la magica sera in cui entrammo nell’auditorium dell’Università pubblica di Cochabamba. Il pubblico era impaziente poiché si trattava della prima visita di Eduardo Galeano, vi era una voglia enorme di ascoltare la sua voce posatadi registrare i suoi gesti umili e conoscere le sue storie, che raccontano le nostre. Una di queste si trova nella Memoria del fuoco: è il racconto dello sciopero della fame attuato da Domitila con le sue compagne ed è intitolato Cinque donne: «Qual è il nemico principale? La dittatura militare? La borghesia boliviana? L’imperialismo? - dice Domitila - No, compagni. Io desidero dirvi questo: il nostro nemico principale è la paura. Ce l’abbiamo dentro».
Per questo non mi meravigliai quando Eduardo Galeano, che in quei giorni passeggiava per i dintorni di Cochabamba annotando i suoi ricordi in minuscoli bloc notes, mi chiese di Domitila. Dissi a Galeano che Domitila abitava nella provincia di Quillacollo, dove gestiva una scuola di formazione sindacale, e aggiunsi che da quel momento avremmo iniziato a cercarla perché potesse assistere alla sua conferenza all’Università. Alle sei del pomeriggio, quando entrammo nell’auditorium, avvisai Galeano: «Lei è lì, nell’ultima fila, e nasconde la testa ai nostri sguardi, vuoi che la inviti al tavolo?». «No», mi rispose, «questo piacere sarà mio». E mentre in sala regnava un silenzio carico di attesa, Eduardo Galeano prese il microfono, si alzò in piedi e, quasi sussurrando, disse: «Un uccellino mi ha detto che in sala c’è la mia amica Domitila». Lei continuava a cercare di nascondere il volto dietro le teste degli studenti, ma non riuscì a trattenere l’emozione quando Galeano esclamò: «Vieni, ti stiamo aspettando».
Solo allora si alzò in piedi in mezzo agli applausi e si avvicinò al tavolo per sciogliersi in un tenero abbraccio con l’amico uruguayano. Il calore di Eduardo Galeano trasformò quell'occasione in una festa: iniziò a raccontare episodi della sua vita e, di quando in quando, mentre leggeva brani dei suoi libri, rimaneva a guardare Domitila Chungara, sorridendo con lei. Oggi ricordiamo doña Domitila con tristezza: magari qualcuno potesse averle dato tanto affetto e tanto rispetto quanto Eduardo Galeano quella sera a Cochabamba.











giovedì 2 maggio 2013

OCCUPYLUDOTEK


Due anni di chiusura della ludoteca comunale di villa Garibaldi a Palermo

Due anni di impegno, di relazioni, di parole e di azioni.
Due anni in più nella vita dei bambine e bambine passati senza un servizio utile, capace di creare fusioni, creazioni, passioni, relazioni e crescita. Un servizio per il quartiere e per la città.
Due anni dedicati alle bambine e ai bambini che in questo posto ci sono venuti la prima volta da piccoli e che adesso aspettano, alle mamme e ai papà che lì hanno chiacchierato per la prima volta e poi hanno deciso di non smetterei, agli operatori che ci hanno creduto, a tutto il quartiere che a modo suo l'ha scoperto e lo ha fatto suo, a chi ha scritto le lettere di protesta, a chi ha cantato e suonato, a chi ha fatto tante telefonate, alla città, bella e sofferente, alla parte viva di questa città spesso dimenticata. ai nuovi contatti con l'amministrazione che ha bisogno degli esempi buoni per crescere, che gli esempi buoni li conosce sempre applicati altrove. Ad un dialogo possibile che parta dalle esigenze minime per trasferirsi a questioni ampie come quelle dei diritti dei bambini, primo fra tutti l'esperienza di un'infanzia urbana, fatta di varietà di giochi e di colori, di spazi e di scoperte.

Passione e impegno condivisi da genitori e bambini insieme.

Perché si comincia da piccoli a capire il valore dell'impegno per il riconoscimento dei propri diritti, che si tratti di un qui si può, di uno spazio verde, di una città pulita, di una scuola sicura, di un albero da difendere, di una strada che protegga anche i modi alternativi di circolare.


Alle corse, ai sorrisi, ai silenzi, alle mani sporche, agli sguardi curiosi, alle parole forti, alle speranze da difendere, ai diritti da amplificare per dire e continuare a gridare che CI SIAMO!



LUDOTECA UNA STORIA AL CONTRARIO



18 maggio 2013
Occupuyludotek partecipa al workshop METTERE IN COMUNE (Cantieri Culturali Zisa) nel gruppo PRATICHE SOCIALI E CARING

15 maggio 2013
Facendo seguito alle dichiarazioni rilasciate dall'assessore alla cittadinanza sociale Agnese Ciulla sul giornale di Sicilia del 9 maggio e alla trasmissione ditelo a RGS del giorno successivo, oggi le mamme e i papà della "ludoteca che non c'è", in attesa del bando di affidamento che si attende ormai da ottobre, hanno incontrato Acunamatata per decidere insieme eventuali forme di collaborazione e cogestione della ludoteca di villa garibaldi. Work in progress...

8 maggio 2013
Stato dell'arte, secondo le dichiarazioni dell'assessore Ciulla: 
-ludoteca consegnata alla cittadinanza sociale
-bando in uscita (ma questo ci viene detto da ottobre, speriamo davvero che gli ultimi intoppi e passaggi siano meno ingarbugliati e più veloci di quanto accaduto fin ora!)
-affidamento temporaneo (fino all'espletamento del bando) a Sergio Lo Verde e alla cooperativa Acunamatata che già lavora nella circoscrizione
-riparazione dei vetri antisfondo da ultimare, impianto elettrico da fare

(il giardino e eventuali attività di animazione non sostituiscono il fondamentale diritto del bambino a scegliere i suoi giochi, attività quest'ultima che insieme ad altre fa la differenza tra un servizio pubblico di qualità e quegli ammassi spesso confusi e nemmeno divisi per genere di giochi che molti a Plaermo chiamano ludoteche e che non lo sono. Ricordo che la ludoteca come a bilioteca nasce come un servizio sociale rivolto alla cittadinanza e che pertanto il prestito dovrebbe essere uno dei servizi offerti)
23 aprile 2013
ludoteca di strada in piazza pretoria
19 aprile 2013
Associazione Malausséne - Circolo Arci a Palermo
incursione giocosa e colorata durante l'incontro 'La vivibilità nel Centro Storico: situazione, proposte e prospettive'
29 marzo 2013
comunicazione dell'assessore ciulla: il bando ė stato inoltrato da un paio di giorni all'ufficio contratti del Comune per la pubblicazione (visto di legittimità).
12 marzo 2013 incontro con l'assessore agnese ciulla presso gli uffici di via garibaldi per aggiornamenti sulla pubblicazione del bando e sullo stato dei lavori.
13 dicembre sopralluogo nei locali della ludoteca e incontro-confronto con gli assessori bazzi e barbera e con i funzionari del comune coinvolti nella questione e nei lavori.
1-2 dicembre 2012 occupyludotek
2 giorni di sensibilizzazione e di festa, un segnale di presenza giocosa e colorata all'interno di villa garibaldi.
fine novembre 2012
consegna chiavi al coime, sopralluogo arch ampanella e operai
6 novembre 2012
l'assessorato al Centro Storico manda nota al COIME perchè riprendano i lavori di ristrutturazione. I lavori erano a buon punto ed erano stati sospesi per il contemporaneo avvio del progetto di rinnovo delle tre piazze (Bologni, San domenico e PIazza Marina).
lettera 5 novembre 2012 inviata dal gruppo genitori in seguito all'incontro avuto in circoscrizione nella quale si richiedono chiarimenti sui tempi dei lavori e di svolgimento del bando di assegnazione del servizio.
11 ottobre 2012 incontro/consiglio aperto alla cittadinanza con l'assessore Ciulla sulla questione ludoteca di villa garibaldi.
luglio 2012 apertura della villa ma non della ludoteca
febbraio 2012 inizio lavori nella villa
domenica 29 gennaio 2012 picnic in ludoteca prima iniziativa di mobilitazione pubblica per richiedere in tempi brevi la riapertura della ludoteca comunale
17 novembre 2011 sopralluogo l'assessore Pergolizzi,i tecnici del centro storico,i dirigenti dell'ass. att sociali,il coime e la ditta che si occuperà degli impianti
giugno 2011 iniziativa ridateci la ludoteca
17 giugno 2011 lettera dell'assessore ai servizi sociali Raoul Russo ad Associazione Mandamento Tribunali – Castellammare e Cittadini dei quartieri Kalsa e Castellamare
14 giugno 2011 alle ore 15.47 partecipazione del gruppo genitori al consiglio comunale di circoscrizione
10 giugno 2011 lettera del gruppo di genitori dei bambini e delle bambine della ludoteca
aprile 2011 chiusura ludoteca



I NOSTRI VIDEO


https://vimeo.com/59944961

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=pE9SEoE7iEo


ALCUNI DEI NOSTRI APPUNTAMENTI











lunedì 8 aprile 2013

il gioco del buio


a volte è veramente difficile
lo è in questo periodo di crescita e di cambiamenti
lo è perché è naturale
allora mi faccio tante domande 
e le faccio ad altre le stesse domande
per sapere com'è
come hanno fatto loro
come si fa insieme
poi le risposte arrivano una sera di aprile
dopo cena
prima di andare a dormire
arrivano da un libro che si illumina al buio e ci fa arrivare sulla luna
le risposte sono semplici
lo scopro così
insieme ai due
lo scopro dopo pensieri faticosi, ma ci arrivo
non è poco
è pieno
è tanto
è tutto tutto
è grande grande
così giuseppe si addormenta vicino a me dopo quasi due settimane 
(ci siamo un po' allontanati, che vi devo dire)
ieri sera invece siamo andati sulla luna
gianluca caricava il libro sotto la luce e giuseppe la spegneva al momento giusto
volti sorpresi e notti tranquille
sotto le stelle

il libro con il quale abbiamo giocato ieri è il gioco del buio di hervé tullet. lui è un signore che sa proprio come stupire i bambini, come spingerli ad esplorare a toccare ad immaginare. sembra semplice, ma non lo è. ogni colore, ogni parola, ogni non parola, ogni segno, ogni taglio è pensato per loro. l'impressione che hai è che a pensarlo siano stati i bambini e lui abbia completato l'opera con quel poco che noi grandi aggiungiamo per svelare meravigliose scoperte già in atto. 









mercoledì 27 marzo 2013

è il modo che è diverso







 Un bambino che scrive storie, ama i numeri, compone musica: David. 


Una bambina che, arrivata da un kosovo in guerra, sogna di diventare una modella e intanto a casa sta attenta ai suoi fratelli più piccoli: Anita.


Un bambino che lo sa che per lui ci vuole un pò più di tempo per capire, ma l'impegno ce lo mette tutto: Lucas.



Nella stessa classe a Berg fidel a nella città di Munster per quattro anni, a condividere difficoltà, conoscenze, relazioni, scoperte. 4 anni per svelare tutto il loro potenziale, fatto di parole nuove, di esperienze di vita che si intrecciano a quelle della scuola, di avvicinamento agli altri, alle storie che porta e a quelle che nasconde. 


Una scuola che fa convivere bambini e bambine portatori sani di diversità (quella che ci migliora). insegnanti che vorresti incontrare, che ti piacerebbe sentir parlare così dei tuoi figli, anzi ai tuoi figli. Capaci di confrontarsi su un terreno comune che è quello del bene di ogni bambino e di ogni bambina, di usare le loro parole per dire le difficoltà, colorare i successi, guardare avanti nonostante tutto.




Dopo aver assaporato per 87 minuti il documentario Berg Fidel di Hella Wenders (proiettato per la prima volta in Italia ieri a Palermo http://www.goethe.de/ins/it/pal/ver/it10302235v.htm), scopro che il sistema scolastico tedesco non prevede l'inclusione della disabilità nel percorso formativo ordinario, anche piccole difficoltà o ritardi nell'apprendimento (definìzioni pessime usate anche da noi in italia) vengono dirottate in percorsi speciali. Mi è sembrata una selezione non proprio naturale, una forzatura del pensiero che vede esperienze vincenti come quella della scuola seguita dalla regista per 4 anni (alla fine del documentario veniamo confortati dal fatto che la scuola frequentata da Anita, Jacob, Lucas e David sta cercando di espandere il periodo di permanenza dei bambini proprio per tutelare questo valore dato dalla mescolanza e dal confronto)




Si, c'è anche Jacob, il fratello down di David, è proprio lui ad essere felice quando i bambini della classe gli riconoscono la capacità tutta sua e non di altri di farli ridere. E vi sembra una cosa da poco?
In un momento di scambio tra i bambini della classe insieme all'insegnante, meravigliosa esperienza di socializzazione delle difficoltà, dei pensieri, dei problemi da risolvere insieme, riconoscere a Jacob questa qualità ha fatto crescere tutti. 
Si può guardare questo documentario senza pensare ai due che stanno intanto a casa?
No, non si può.
Ho pensato a loro tutto il tempo, li ho visti negli occhi di tutti i bambini, li ho sentiti nelle parole pronunciate, nelle capacità già svelate e in quelle che verranno. Li ho visti arrivare da soli a scuola, magari in bicicletta o a piedi, entrare in classi diverse e poi incontrarsi in cortile. cominciare a segnare una strada che sia la loro. Ho sentito anche tutte le difficoltà, le mie, nel seguirli, nell'assecondarli, nel lasciarli andare e nel lasciarli fare. Il timore, sottile ma ragionato, che forse non sto facendo bene e che forse in futuro quello che ora risolviamo con uno sguardo di pazienza e un gesto di perseveranza, lo dovremo spiegare e capire insieme, arrivando così ad essere consapevoli di sé stessi, di quello che si è e che si porta sulle spalle, che sia piccolo o grande, non importa. 
E' importante e bello il dialogo tra David e Lucas, seduti a scuola mentre stanno svolgendo un'attività, scherzano senza essere consapevoli dell'importanza delle loro semplici parole, David dice a Lucas che continua a scherzare mentre svolge la sua attività "ma cos'hai la sindrome di stickler?"
e Lucas "ho la stupidità che è contagiosissima".

La sindrome di Stickler http://it.wikipedia.org/wiki/Sindrome_di_Stickler è quella che David sa di avere, sapendo benissimo che cosa comporterà nel tempo per lui. (Qui il merito va a due genitori in grado di far fronte a questa spiegazione e a questo processo di accettazione).
David una volta terminato il suo periodo di studi alla Berg Fidel continua a studiare in una scuola Montessoriana, l'unica che gli consentirà l'accesso all'Università. Lucas e Anita non andranno all'università, forse non stava nelle loro scelte, ma le scuole che frequentano dopo la Berg Fidel non ne garantiscono l'accesso. Jacob frequenta un altro anno alla Berg Fidel e dopo verrà destinato ad una scuola speciale. 

Educare è un verbo delicato è il titolo di un capitolo del libro di Grazia Honegger Fresco  Dalla parte dei bambini- La scuola dall'obbligo all'oblio. (Edizioni L’Ancora del Mediterraneo - Napoli), lei è una delle ultime allieve della Montessori che nei suoi libri fa ordine sulla pedagogia montessoriana che è indirizzata, tra le altre cose, alla conquista dell’indipendenza. “Aiutami fino a che mi serve” è un importante punto di partenza già dalla nascita e che sin dai primi anni di vita dei due è la frase che cerco di tenere ferma in mente. Una frase che è un atteggiamento di fiducia fondamentale per acquisire competenze e capacità (non facile tenerla sempre a mente).
E ieri sera, dopo aver visto il documentario, ho ripensato al concetto di società per coesione, che la honegger fresco ricorda nel libro.C'è un'interessante intervista in questo link http://www.superando.it/2009/04/21/non-si-risolve-separando/ nella quale lei stessa ci ricorda che 
«Maria Montessori lavorò molto per la socializzazione (anche se alcuni erroneamente sostengono che non se ne occupò), mirando all’indipendenza e allo sviluppo delle capacità di essere attivi in modo costruttivo; tendeva a fare in modo che i bambini, insieme alle loro diversità (quanto più sono diversi tanto meglio stanno), riuscissero a costruire una collettività, una comunità, che Maria Montessori chiamava “società per coesione”. Ebbene, una società per coesione può essere costruita  da persone che – grazie a questo ambiente preparato e all’atteggiamento non violento degli adulti, quindi senza giudizi, senza voti, senza confronto e competizione – hanno maturato. 
Il bambino sordo, il bambino cieco possono fare tantissimo da sé. Bisogna guardare a ciò che hanno e non a quello che non hanno. Perché se la scuola è basata sul giudizio, sul “tu non sei capace, quindi non vali”, è come dire “ti metto da parte, ti affido a qualcun altro, io non me ne occupo”. La soluzione non sta nel separare per meglio addestrare, ma nel creare un clima sociale non competitivo, evitando di programmare a priori. Dobbiamo mettere nelle mani del bambino la chiave del suo sviluppo, riconoscendogli capacità autocostruttive».
E sempre in questa intervista trovo un collegamento importante con la realtà tedesche e con il documentario di Hella Wenders «Anni fa visitai una grande scuola a Monaco (presso l’ex villaggio olimpico), che fu la prima esperienza di integrazione, promossa da Theodore Hellbrügge. Avendo egli lavorato in precedenza in scuole speciali, osservò che i bambini affetti dalle medesime patologie sviluppavano delle difficoltà di tipo sociale, che chiamava sociosi, legate al rapportarsi tra uguali.
Hellbrügge conobbe a Francoforte la scuola Montessori, dapprima con una certa riluttanza, perché il metodo era considerato “superato”, rimanendo invece colpito dal livello di scambi e di autonomia dei bambini e, con la collaborazione di Margarete Aurin, diede inizio all’esperienza con un gruppo di venti bambini più altri cinque con difficoltà differenti. Il massimo di eterogeneità possibile favorisce lo sviluppo: così come per l’età, dai tre ai sei anni, così i bambini con difficoltà: erano un sordo, un cieco, un down, uno autistico e uno spastico. Quest’ultimo, di cinque anni, si muoveva solo strisciando. Osservammo che, giunto a scuola accompagnato dalla madre, lentamente si spogliava da solo senza aiuto, anche se con fatica (la madre non interveniva, come consigliato dall’insegnante), salvo appendere il cappotto poiché non arrivava all’attaccapanni. Per entrare poi nella sua classe, una corda appesa alla maniglia gli consentiva di aprire la porta. La maestra lo salutava, i suoi compagni anche. Lui conosceva tutte le posizioni dei materiali predisposti, in modo da poter operare da solo con essi. 
L’idea era quella di predisporre tutti gli aiuti indiretti che consentissero al bambino un’autonomia, senza l’aiuto diretto da parte degli altri. Anziché appendere l’asciugamano ad altezza dell’adulto, basta infatti predisporlo all’altezza adeguata per consentire l’autonomia».

Concludo con un pensiero-invitante di una mia amica rivolta ai suoi studenti universitari: "Nel frattempo vi invito a pensare, con Piotr Kowalski, che ciascuno di noi, sempre, anche quando (crede di ) sta(r) fermo o dorme, si muove e si sposta, insieme alla Terra, alla velocità di 29,9 km/s . Peccato di non avvertirne mai la fatica…" Muoviamoci allora con la leggerezza e la consapevolezza dei nostri pesi: che sono le cose che sappiamo fare, il ruolo che abbiamo, le parole che pronunciamo, le controversie che appianiamo, gli sguardi che rivolgiamo.  
In questo link http://www.indire.it/eurydice/content/index.php?action=read_cnt&id_cnt=828 trovate un rapporto sulla questione dell'integrazione della disabilità nelle scuole europee. interessante. Alcune cose nel frattempo alcuni stati le avranno aggiornate, ma aiuta a farsi un'idea.